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Category: 2011, ARTISTI by • apr 2nd, 2012
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Lucio Bucher

Lucio Bucher

intervistato da Anna Legueurlier 

La sostenibilità degli eventi culturali.

Ecco, la sostenibilità. Straziante concetto molto usato in questi anni, una parola stirata come una gomma da masticare. Sostenibilità riferita ad un evento culturale, dovrebbe indicare un suo valore che perduri nel tempo (dove il tempo può essere altrettanto la continuazione, nella memoria, di un preciso momento). E per essere sostenibile, ogni e qualsiasi attività deve tener conto dei mezzi che adopera per la sua messa in scena, della loro adeguatezza e proporzionalità. Ed un evento sostenibile, proprio per poter perdurare nel tempo, deve tener conto dell’ambiente nel quale si colloca, o viene collocato. E forse un altro fattore che conferisce sostenibilità ad un atto culturale è la sua capacità di creare un plusvalore, oltre al suo scopo primario.

Nel settore delle costruzioni, che principalmente dovrebbe adoperarsi a casare delle funzioni, come possono essere la scuola, un mestiere, l’abitare, mangiare, la sostenibilità, oppure la sua assenza, trova riferimento proprio in questi punti.

L’edificio perdura nel tempo; all’enorme dispendio di materiali e di energia deve corrispondere una solidità generazionale, una funzionalità durevole. Ci sono molti fattori che influiscono, dall’impostazione di base di un progetto, dalla scelta dei materiali e la loro lavorazione, dai sistemi tecnici al servizio dell’edificio o dalla loro dominanza sul medesimo edificio.

Spesso nell’edilizia la sostenibilità può venir misurata solo con un certo distacco temporale; mi rendo conto come oggi riesco ad apprezzare delle costruzioni, o parti di esse, di trent’anni fa, delle quali prima non avevo notato il valore. Forse il valore risiede proprio nel poter rileggere il pensiero che stava alla base di una determinata decisione progettuale, e riferirlo al proprio contesto.

E credo che a volte sia più bello se questo pensiero non è un grido, come spesso avviene nelle corporate architecture che hanno, oltre alla funzione del casare, quella di attirare l’attenzione, a scapito della loro integrazione nel tessuto esistente. Questo è magari un plusvalore, ma non aumenta la sostenibilità. Perché la sostenibilità deriva da un plusvalore per tutti, per la comunità.

 

Alla fine credo che il concetto della sostenibilità possa venire riassunto nella massima che mia nonna vodese aveva trasmesso ai suoi figli, e così è pervenuta anche a me (sostenibile è pure questo passaggio generazionale; vedremo se riesco a perpetrarlo):

« Tout ce qui vaut la peine d’être fait, vaut la peine d’être bien fait. »

Perché una cosa fatta bene, poiché ne valeva la pena, è una cosa sostenibile.

 

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Lucio Bucher è architetto indipendente con una marcata sensibilità per l’ambiente. Dopo aver conseguito il diploma al politecnico di Zurigo, ed essersi trasferito per alcuni anni a Berlino, torna in Ticino dove il suo impegno lo porta ad assumere anche un ruolo nelle decisioni politiche. La relazione armoniosa e costruttiva con la natura, con gli altri esseri viventi, e con il patrimonio culturale sono sue preoccupazioni costanti, e motivano profondamente tutte le sue scelte sia come professionista che come uomo.

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