PERSEPOLIS
PERSEPOLIS
venerdì 6 maggio h.20.30 Teatro Il Foce
Persepolis
s u o n o l u c e c o r p o m a t e r i a
Musiche: Iannis Xenakis | Ideazione: Fabrizio Rosso | Performer: Giulia Troiano | Coreografia: Téo Ghil
Real-time Video Scenography: BASHIBA.com (team members: Sebastiano Barbieri, Roberto Mucchiut, Alessandro Perini, Roberto Vitalini)
Regia del suono: Fabrizio Rosso
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Nel 1971 Xenakis realizza il polytope (spettacolo di luci e suoni) Persepolis in cui 56 minuti di suono diffuso da un numero impressionante di altoparlanti e un impianto di laser e luci la cui configurazione segue lo sviluppo del contenuto sonoro, trasforma la città monumento della Persia del sud, Persepolis, in un’opera d’arte totale, un’installazione diremmo oggi, ma sarebbe sbagliato pensarlo. Non si tratta di un’opera “a ciclo continuo”, chiusa in un loop, ma di un racconto di luci e suoni in accordo con la storia della città. Non so quanto abbia condizionato l’idea iniziale di Xenakis ma alcuni critici che assistettero alla performance dissero che l’autore aveva fatto rivivere al pubblico la distruzione causata da un devastante incendio che la città subì intorno al 330 a.c. e che per alcune fonti fu ad opera di Alessandro Magno. Xenakis aveva cioè fatto rivivere agli abitanti del luogo un doloroso e traumatico passato di distruzione.
L’attuale versione di Persepolis, basata sull’originale re-mixato, risolve l’ascolto del pezzo completandolo con una parte visiva ripensata per il teatro o le sale da concerto attrezzate. Prima di tutto una videoscenografia di laser, realizzata real-time, con possibilità di variazione e controllo durante lo spettacolo è proiettata in sala in parallelo alla diffusione surround (quadrifonica) del suono. Questo restituisce il disegno originale del polytope così come era stato concepito da Xenakis. Per ovviare al fatto che i laser originariamente venivano proiettati sulle colonne e sulle statue di Persepolis e non quindi su uno schermo piatto, ho deciso di aggiungere alla performance l’elemento plastico mancante grazie ad una performer che a centro palco esegue una coreografia di movimenti estremamente rallentati. Parte dei laser virtuali, “vestono di luce” il corpo della performer che nel lento variare delle posizioni restituisce il senso della plasticità originaria e permette al pubblico un completo ascolto/visione del mirabile lavoro di Xenakis.
Fabrizio Rosso
Musica
Si tratta di un brano musicale acusmatico (cioè senza interpreti che suonino dal vivo ad esclusione del regista del suono). La musica è diffusa da altoparlanti posti intorno al pubblico. Il brano originale è registrano su supporto digitale DA88 a otto tracce che è stato acquistato (quindi è una copia dell’originale utilizzato da Xenakis a Persepolis) e re-mixato per essere diffuso in quadrifonia in un teatro o in una sala da concerto.
Scenograf ia digi tale: real-t ime video synthesis La scenografia video messa a punto per l’occasione da BASHIBA – www.bashiba.com – gioca con il concetto di tempo, scolpendo con lame di luce l’ambiente scenico. Elementi luminosi essenziali e taglienti richiamano i laser che come “fili di sangue” (Maurice Fleuret) animavano le rovine di Persepoli nello spettacolo originale del 1971 di Xenakis. In questa nuova versione, le entità di luce reagiscono in tempo reale al nastro multitraccia del compositore greco ed esplorano senza posa il corpo della danzatrice. Contemporaneamente a questo meccanismo in cui lo spazio descrive il suono secondo una corrispondenza uno a uno, processi iterativi e di feedback riducono ai minimi termini la percezione di durata del tempo, che si trova così ad oscillare tra il lineare e il circolare, tra l’istante e l’eternità, permettendo allo spettatore di scorgere, nelle fessure di un tempo così decostruito, un fil rouge ideale che connette l’hic et nunc con l’immane peso storico e culturale che Persepoli incarna.
Performer
La performer esegue una coreografia di movimenti estremamente rallentati. Essa rappresenta il fulcro statico del furioso divenire del suono e della luce ed è costantemente immersa nel flusso di luce proiettato dal video, emergendo plasticamente da esso al centro della scena.
Ideazione e regia del suono: Fabrizio Rosso
Nato a Torino nel 1969, ha studiato pianoforte, composizione e musica elettronica, diplomandosi nei conservatori di Torino, Zurigo e Lugano. Ha frequentato le lezioni di composizione di Bruno Zanolini a Milano ed è stato allievo e collaboratore di Karlheinz Stockhausen, con cui ha realizzato diversi progetti e l’incisione discografica di Sonntags-Abschied. Al fine di allargare le proprie conoscenze in ambito scientifico frequenta attualmente la facoltà di matematica presso l’Università di Torino. Attualmente è docente di musica elettronica e suond design presso il Conservatorio della Svizzera Italiana.
E’ autore di vari progetti scenico-musicali sia su musiche proprie che di altri autori. In particolare ha ideato: Voci del Tempo, Le città invisibili, SOLO di Sylvano Bussotti, Partitura per il tempo e lo spettacolo The wonderful spring dedicato a John Cage, andato in scena nel 2006 allo Strehler di Milano.
Performer: Giulia Troiano
Giulia Troiano inizia giovanissima a studiare danza e recitazione nella propria città, Riccione, dove muoverà i suoi primi passi sul palcoscenico. Terminato il liceo frequenta e si diploma alla scuola del Teatro Stabile di Torino fondata da Luca Ronconi; di qui comincerà la sua carriera professionistica. Il primo regista a volerla nel suo spettacolo è Gabriele Lavia per il quale interpreterà il ruolo di una ballerina (in realtà inesistente nella drammaturgia) e si esibirà in una performance di danza in un insolita versione del “Misantropo” di Molière. Negli anni 2001/02 interpreta un personaggio nella soap opera “Cento Vetrine”.
Seguiranno numerosi spettacoli in diversi teatri sia in Italia che in altri paesi così come lavori televisivi e cinematografici e la sua grande passione per la ricerca la porterà ad approfondire studi sulla recitazione e sull’espressione corporea che le regaleranno incontri ed esperienze di enorme valore artistico ed umano; “Persepolis” sarà la prossima di queste esperienze.
Coreografia: Téo Ghil
Téo Ghil é nato a Torino e si é trasferito a Londra nel 1991. Dopo avere completato un corso di laurea in Studi Teatrali presso la Royal Holloway University of London ha studiato arte drammatica alla London Academy of Music and Dramatic Art (LAMDA). Téo é attore, insegnante di movimento, coreografo e istruttore di combattimento scenico.
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