Giorgio Partesana & Pinhas Duncan
Artista e designer le sue attività si articolano tra la ricerca, la produzione e l’insegnamento. I suoi lavori personali, diffusi in festival internazionali, prendono forma di installazioni interattive, live media e elaborati audiovisivi. Collabora con artisti, scuole d’arte, compagnie teatrali e studi di design, alla concezione e allo sviluppo di progetti inerenti l’interattività e la comunicazione visiva. A livello accademico dopo aver ottenuto due MFA, Visual Arts (Université Paris VIII) e Interaction Design (Domus Academy, Milano), ha tenuto workshop quali “Gestures to Video to Audio” e “Il corso delle cose interattive” alla Nuova Accademia di Belle Arti di Milano e “Physic Deluxe, modélisation et mise en espace” all’Università Paris VIII.
Dal 2005, lavora a creazioni personali, performances, collaborazioni e progetti audiovisivi componendo paesaggi sonori vicini alla fine del mondo. Ha condiviso scene a Parigi e in Europa con artisti gravitanti attorno universi noise, folk, rock psichedelici e legati all’improvvisazione. I suoi concerti nascono da chitarra, voce, ritmi elettroacustici e modulazioni in tempo reale. Ogni concerto è diverso ed é concepito con strumenti e dispositivi diversi. Per suo padre Richard, ed il suo album con Merzbow, ha lavorato a mix sonori (?) usciti su Cuneiform Records. Dal 2008, studia composizione elettroacustica presso il Conservatorio di Pantin con Christine Groult, dove compone opere in rapporto a materiali naturali e industriali: “Courant de fer en forêt”, “Percussions de pluie / Traverses de turbines”.
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Per TEC ART ECO 2010 – FESTIVAL 01 GERMINAZIONI
Giorgio Partesana e Pinhas Duncan hanno partecipato alla serata LIVECROSSMEDIA
c/o Mercato coperto ex padiglione grossisti, via Mentana 7 – Como / il 1 ottobre 2010
con “Geo, Opus II – Solid Matters”
Il secondo capitolo di Geo si concentra sulle materie solide. I capitoli sono sceneggiati come un’esplorazione di nuovi territori creati con materie prime registrate in ambienti specifici.
La manipolazione temporale e l’amplificazione di questi materiali evoca sensazioni fisiche che consentono alle geometrie stratte di acquisire significato. La meta del viaggio è una terra immaginaria in cui geometrie naturali e artificiali, simboli del nostro habitat, si fondono in pattern ibridi.